
“I bambini non hanno il senso del tempo, è inutile che tu gli dica torno tra cinque minuti”, “il concetto di tempo è astratto e loro hanno un pensiero concreto, non possono concepirlo”, “non riesce a comprendere il significato di ‘domani andiamo dalla nonna‘”.
I bambini vivono il presente, nel qui ed ora – per fortuna, almeno loro ci riescono – e per tale ragione non dovrebbero concepire il senso del tempo che passa.
Ma se fossimo noi adulti a non comprendere il loro modo di concepire il tempo?
Spesso gli “esperti” ci danno indicazioni su come insegnare ai bambini lo scorrere del tempo. Gli adulti hanno pensato ad ogni stratagemma possibile per far sì che i bambini si adattino al loro tempo. Ovvero un tempo convenzionale fatto di minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni. Quindi si cercherà di costruire con loro calendari coloratissimi in cui depennare i giorni della settimana, si daranno fotografie di come il sole sorge e tramonta, si racconteranno storie e filastrocche per imparare i mesi dell’anno. Nessuna condanna a tali attività, divertentissime e iper stimolanti, ma se fatte con obiettivi differenti.
Vengo al dunque, a chi di noi adulti non è capitato di vivere delle ore di una giornata magari con una persona speciale e non renderci conto che il tempo era passato più velocemente di quanto immaginassimo. Ecco, ve la ricordate quella sensazione di libertà, gioia, meraviglia, spensieratezza e leggerezza? E’ ciò che i bambini provano quando passano il tempo con le persone per loro importanti. E perché quindi tentare di conformarli al nostro tempo, quello che possiamo controllare, che talvolta ci porta stress, che ci lega nelle nostre scelte di vita?
I bambini non è che non concepiscono il tempo, anche per loro esiste un prima e un dopo, lo esperiscono ogni volta che un gioco inizia e poi finisce, ogni volta che si alzano e vanno a dormire, che devono prepararsi per andare all’asilo, che seguono le routine che noi proponiamo loro. I bambini fanno esperienza del tempo perché il tempo per loro esiste, non lo vedono ma lo percepiscono nelle “cose reali” che fanno.
Semplicemente questa visione che loro hanno è diversa dalla nostra. E chi ci dice allora che non siano loro a doverla insegnare a noi e non viceversa?
Ai bambini non è necessario spiegare, loro hanno già capito che il tempo passa e le cose evolvono, senza sapere in modo consapevole che sono passati giorni, mesi e settimane. Per loro questo è un tempo in cui le abitudini sono dovute cambiare. Torneranno a giocare con i loro amici, ma loro già lo sanno perché sono eterni ottimisti… finché non diventano grandi.