Ri-Generati

L’autunno è da sempre considerata una stagione malinconica. Gli alberi disperdono le loro foglie, le giornate si accorciano e il freddo in arrivo ci costringe a coprirci un po’ di più. E, come ogni stagione, porta con sé pensieri, riflessioni ed emozioni.

La ciclicità delle stagioni ci condiziona inevitabilmente, influenza i nostri umori e i nostri equilibri.

Negli anni ho imparato, sia dalla mia storia personale che dalle storie dei miei pazienti, l’importanza del lasciar andare. Le cose, le persone, le relazioni, i pensieri. Così come l’autunno ci insegna. La natura si trasforma, si prepara al freddo dell’inverno. Gli alberi si liberano delle foglie ormai secche che ingialliscono e cadono. Le piccole ferite lasciate dalle foglie staccate sarebbero un serio pericolo per la salute della pianta, perciò prima che si stacchino, si forma sulla corteccia un piccolo strato di sughero che, come una perfetta cicatrice, chiuderà l’attacco della foglia.

E noi siamo capaci di lasciar andare le nostre foglie secche? Certo, quando si parla di relazioni diventa tutto più complicato. Se ad oggi ci dicessero di lasciar andare una delle persone più importanti della nostra vita ci spezzerebbero il cuore o se ci chiedessero di rinunciare a un nostro progetto saremmo sopraffatti dalla rabbia.

Esistono relazioni però che ad un certo punto sentiamo di dover “lasciar andare”, perché? A volte perché sono ormai diventate sterili, improduttive, non ci aiutano più nel nostro processo evolutivo; a volte perché ci fanno male, ostacolano i nostri modi di essere e di esprimerci secondo la nostra personalità; a volte perché quella relazione non è più in linea con i nostri valori, le nostre credenze e i nostri modi di agire. E per quanto possa farci soffrire, lasciar andare è in questi casi un atto dovuto a noi stessi.

Significa riconoscere i nostri bisogni che in quel momento non sono più in linea con quella relazione. Significa affermare noi stessi, metterci al primo posto, anche se veniamo giudicati come egoisti.

È quando arriviamo a questa consapevolezza che bisogna agire come la pianta, formare dei piccoli strati di sughero per lasciare intatta la struttura. Farci forza e pensare che questa sofferenza lascerà spazio a qualcosa di nuovo, di generativo ed evolutivo per noi. Lasciar andare è uno dei modi per aprirci all’inaspettato. E, come ci insegna la natura, una volta passato l’inverno, arriverà di nuovo la primavera.